Recuperare e valorizzare il patrimonio edilizio esistente.

La vera sfida è il miglioramento e l'adeguamento sismico di edifici vulnerabili!


La grande sfida dei prossimi anni sarà incentrata sul recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio ed infrastrutturale esistente con un miglioramento e adeguamento sismico delle strutture. Ciò consiste nel modificare le costruzioni già in essere per renderle più efficaci e resistenti all’azione sismica dovuta ad un terremoto. Necessità ormai riconosciuta grazie alla migliore individuazione degli effeti dei sismi, come da recenti esperienze, su centri urbani o industriali.

AEMME INGEGNERIA è in grado di fornire tutti i servizi per un intervento di adeguamento sismico e di valutazione di vulnerabilità di edifici esistenti o verifiche di sicurezza per capannoni industriali, eseguendo anche tutte le pratiche necessarie per il recupero fiscale “sisma bonus”. Per maggiori informazioni non esitare nel contattarci.

La base di un buon progetto di adeguamento sismico è la conoscenza dei materiali esistenti e l’individuazione del loro schema statico reale.

01

Edifici in muratura

02

Edifici a telaio in cemento armato

03

Edifici prefabbricati in c.a.p.

04

Edifici in legno

01. Per quanto riguarda gli edifici in muratura, è fondamentale conoscere la concezione strutturale seconda la quale l’edificio è stato realizzato all’epoca, in assenza di un progetto cartaceo, calcoli, in assenza di qualunque criterio antisismico.
Le indagini diagnostiche preliminari saranno volte a conoscere i materiali di cui è costituito l’edificio (tipologia di muratura, qualità della tessitura, qualità della malta che nella maggior parte dei casi risulta scadente), ma soprattutto andando a caratterizzare il corretto schema statico reale del fabbricato.
Infatti, se viene valutato in maniera errata lo schema statico, l’input dei dati risulterà scadente e di conseguenza anche gli interventi in progetto.
Superata questa fase, sarà necessario progettare interventi economicamente sostenibili e coerenti con le caratteristiche del fabbricato analizzato, andando ad eliminare le macro vulnerabilità presenti e migliorare il comportamento globale della struttura.
In molti casi può essere risolutiva una buona progettazione di elementi volti ad inibire i meccanismi di 1°modo, di ribaltamento fuori dal piano dei maschi murari, assolutamente da evitare!
In altri casi, in presenza di murature particolarmente disgregate con caratteristiche meccaniche pessime, l’inserimento di catene può risultare vano, in quanto il capochiave o piatto, durante un evento sismico, passa letteralmente attraverso la muratura.
E’ opportuno conferire un comportamento scatolare al fabbricato in muratura, curare gli ammorsamenti reciproci tra maschi murari e solai.
Inoltre, può essere utile sostituire coperture pesanti e/o spingenti con coperture leggere non spingenti, ricordando che, in determinate fattispecie, un carico maggiore sul setto murario può produrre maggiore stabilità e maggiore resistenza a taglio del pannello, pertanto è fondamentale valutare ogni intervento contestualizzandolo al caso in esame.

02. Esaminando gli edifici a telaio in cemento armato, vi sono diversi meccanismi e situazioni potenzialmente da correggere, soprattutto per fabbricati edificati negli anni ’60/’70, realizzati con armature lisce nodi strutturali privi di staffaggi adeguati.
I nodi sono tra le criticità maggiormente presenti per queste tipologie strutturali, oltre a pilastri non armati adeguatamente e, in ultimo ma non meno importante, la presenza di tamponamenti irregolari in altezza che possono generare fenomeni di piano debole (edifici a pilotis).
E’ necessario valutare la presenza di elementi irrigidenti che creano eccentricità tra i baricentri di massa e rigidezza, colpevoli di effetti torsionali in caso di evento sismico.

03. Occorre un approfondimento a parte per una tipologia strutturale particolarmente diffusa nel nord Italia, ossia, gli edifici prefabbricati in c.a.p.
Tale tipologia strutturale, quando realizzate in assenza di criteri antisismici, affidava i propri vincoli sull’attrito, modalità realizzativa assolutamente vietata in zona sismica. Pertanto, come primo passo, occorre eliminare tale vizio costruttivo, andando a collegare le travi principali ai pilastri, le travi secondarie a quelle primarie e valutando la sostituzione dei pannelli prefabbricati, ove possibile, con pannelli sandwich leggeri. In alternativa, è possibile collegarli adeguatamente, studiando gli effetti locali del collegamento pilastro o trave, con il pannello prefabbricato.
Sono presenti anche tipologie costruttive di capannoni prefabbricati dotati di tamponature in muratura, con sviluppo spesso irregolare in altezza, per far spazio a finestrature nastrate.
La presenza d tamponamenti sopra descritti, può dar luogo al fenomeno del “pilastro tozzo” e causare rotture fragili del pilastro.
Ove necessario, è possibile prevedere interventi di rinforzo dei pilastri con tecniche quali betòn plaquè, FRP, metodo CAM, incamiciatura in c.a.

04. Per edifici in legno o parti di esso, le vulnerabilità maggiormente riscontrate riguardano fenomeni di marcescenza causata da infiltrazioni di acque piovane, degrado causato da funghi e parassiti.
In alcuni casi è sufficiente prevedere il rifacimento di parti di elementi, tipo l’appoggio di capriate che si innestano nella muratura, mediante la realizzazione di protesi adeguatamente dimensionate. Nei casi peggiori sarà necessario prevedere la sostituzione integrale dell’elemento ligneo. Si segnala che il materiale legno, contrariamente alle credenze popolari diffuse, è un ottimo materiale da costruzione anche quando occorre rispettare severi requisiti antincendio.

Servizi offerti

Miglioramento e adeguamento antisismico di edifici esistenti

Valutazione di vulnerabilità di edifici esistenti


Verifiche di sicurezza di capannoni industriali prefabbricati

Pratiche per il recupero fiscale sismabonus